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Human Form



In un mondo che ci vuole conformi ad un modello di bellezza irraggiungibile, che deforma la vera essenza dell’essere umano, nel 2014 il regista sudcoreano, Doyeon Noh, ci trasportava in un cortometraggio della durata di soli 10 minuti, in un mondo dispotico fatto di persone “inumane” dalle sembianze plasticose e mostruose. 



Un’opera scomoda ed incomoda, dove ci viene mostrato senza ipocrisia il clima odierno dei social media - e non solo - la pressione per "apparire perfetti nella versione migliore di noi stessi." Un'aspirazione che sembra non essere mai abbastanza. Sia che si tratti di perdere peso o togliere quell’ingombrante difetto fisico che la società non accetta, che accentua in modo vile, con un’insopportabile vigliaccheria creando una visione distorta di se, trasformando l'uomo in un'alieno da esporre sul palcoscenico delle strade del mondo.


Human Form spinge al limite il concetto di bellezza, creando un mondo distopico e orrorifico, in cui tutti hanno lo stesso aspetto tramite estreme a deviate pratiche chirurgiche.



Per quanto il cortometraggio possa sembrare inverosimile, sa esasperare il concetto di bellezza attuale, mettendolo in luce in modo spietato la ricerca della perfezione e di come possa diventare distruttiva, minando l'autostima e alimentando un senso di elitismo.

Analizzando e mette in scena l'isolamento di coloro che non riescono a conformarsi agli standard di bellezza imposti da una società sempre più superficiale, che sembra ignorare il valore della diversità e della vita di ogni individuo.



Un'horror psicologico straordinario e senza precedenti che affronta temi profondi, come la lotta tra l'accettazione di sé stessi e la pressione sociale di conformarsi a ideali irraggiungibili. Il climax del racconto sembra essere una potente denuncia e un avvertimento contro i falsi miti di bellezza e l'industria della chirurgia estetica.



Qui di seguito trovate il link per vederlo:


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