Where the Devil Roams

Where the Devil Roams non è un film per tutti. Il ritmo è deliberatamente lento, al punto da risultare quasi sperimentale, e molti degli sviluppi della trama non avranno senso fino a quando non si avrà avuto la possibilità di avere un quadro completo della vicenda e forse anche a fine visione si necessiteranno più re-watch del film.
Diretto ed interpretato dall’Adams Family, no, non quella di Morticia e Gomez, ma un collettivo artistico famigliare che scrive, interpreta e dirige le proprie opere.

Questo Where the Devil Roams è un film assai bizzarro che può piacere o meno in quanto più performativo e visivo che narrativo e per apprezzare appieno questo film, bisogna liberare la mente e farsi trasportare dalla sua atmosfera circense ed evocativa.
Le interpretazioni possono variare da persona a persona, ma essendo ambientato durante la Grande Depressione Americana possiamo percepire proprio quel malessere in ogni frammento e in ogni personaggio che alleggia in questo film. Anime perse alla disperata ricerca di se stessi, ma che finiscono forse più nel baratro della desolazione che in qualcosa che possa vagamente assomigliare ad un raggio di speranza.

I colori vividi e freddi delle scene più cruente ed inquietanti, si contrastano con il bianco e nero delle immagini esplicative e di "repertorio", dando una verve e un ritmo molto interessante che difficilmente annoierà lo spettatore.
Ogni omicidio commesso risulta di assoluta non necessità, ma “incidenti” di percorso che prenderanno un significato man mano che impariamo a conoscere la storia individuale dei membri della famiglia di artisti.

Quella sensazione di crudeltà vuota lascia il posto alla vendetta confezionata di convenzionalità dell' “Occhio per Occhio - Dente per Dente“, aggravata da quel sapore satanico e dell’omicidio rituale, dove un’oggetto rubato e maledetto, che facilita la guarigione magica di gravi ferite, diventa l’arma mentale del peccato e dell’espiazione delle colpe altrui.
Lento, Disturbante e Dannatamente Inquietante. Un film che non ha bisogno di parole, ma che deve essere visto...vissuto.
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