El Conde
Una grottesca satira che sembra una soap-opera dal sapore macabro. Film presentato alla Biennale del Cinema di Venezia 80, vincitore del premio alla miglior sceneggiatura e diretto dal regista cileno Pablo Larraín. Ora disponibile su Netflix.
In madre patria ha avuto pareri discordanti ed è più che comprensibile visto il personaggio trattato, il dittatore Augusto Pinochet, che è sicuramente la parte più oscura di un paese che vuole dimenticare ed andare avanti. Dall'altra però c'è una raffigurazione di un personaggio diabolico, perfido, al limite del pensabile che viene presentato come un vampiro stanco della sua eternità e che vorrebbe porre fine ai suoi giorni.
Una rappresentazione davvero interessante del male più puro e del suo innegabile fascino, un'attrazione per il malvagio che non abbandona la mente del nostro protagonista che non accetta di non essere ricordato come un grande governatore e uno spietato assassino.
Un'allegoria che però funziona a metà ma che fa molto riflettere sul fascino che il lato oscuro del bene ha sulla nostra mente e che ci attrae a sé anche opponendoci con le migliore delle volontà. Una volta assaggiato il fiore proibito sarà difficile tornare sulla retta via.
Una scelta non casuale quella di usare come simbolo di violenza reazionaria e fascista, gli immortali vampiri. Creature che hanno un certa riluttanza ai cambiamenti, che possono concedersi sonni decennali o fingere una dipartita, ma alla fine saranno sempre pronti a tornare più forti che mai e portare morte tra noi comuni mortali.
Il film, dopo un'inizio da fuochi d'artificio perde il suo potere narrativo perdendosi in una storia che non funziona nell'insieme, lasciando un senso di inconcludenza con degli elementi che si incontrano ma non si scontrano e di certo la visione proposta da Larraín, non è delle più ottimistiche, quasi a volerci mettere in guardia dal male che incombe sul mondo.
Buona la fotografia e il bianco e nero evocativo, bellissimi gli elementi splatter che valgono da soli la visione di questo film, ma purtroppo non riesce a raggiungere quell'eccellenza sperata e bramata, forse dovuta alla poca esperienza del regista con il genere horror.
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